Un monumento ai ragazzi di IoApro e l'orrore dell'appello pro-Speranza

17.04.2021

Sono stati loro, i ragazzi di IoApro, a smuovere finalmente le coscienze assopite degli italiani ammansiti dal lockdown perenne decretato dagli eletti guitti filo cinesi che non siedono più in Parlamento (perché non lo interpellano più e non è più considerato il centro della nostra democrazia), ma nei salotti televisivi. Sono stati Momi, Umberto Carriera, Antonio, Yuri e gli altri a far sì che migliaia di persone scendessero in strada, occupassero piazza M;ontecitorio prima, e giorni dopo si portassero appresso la polizia romana per le vie del centro, nel ridicolo tentativo di bloccarli. E a loro, a mio avviso, alla fine di questa ignobile dittatura sanitaria, dovremmo fare un monumento. Siccome sono romano, lo erigerei a Roma, magari proprio nei pressi di piazza Montecitorio; in quella Roma in cui l'incapace sindaco Virginia Raggi nei giorni di Pasqua si vantava su FB dei cittadini che avevano fatto le segnalazioni contro gli assembramenti e delle multe comminate ai passanti che non avevano la mascherina e così via, in questo ributtante Festival dello stato Etico Pandemico e della Delazione in stile Stasi.

Il monumento, poi, va fatto non solo perché sono riusciti a strappare le prime riaperture (pur se ancora poca roba) per il 26 aprile. Ma soprattutto per aver portato avanti la battaglia in completa solitudine, anzi col solo sostegno politico (probabilmente non voluto) di Casa Pound in piazza. Perfino la Lega di Matteo Salvini, che inizialmente li aveva sostenuti, alla fine non solo si è tirata indietro ma li ha illusi del suo appoggio. Chi mi segue su FB lo sa, considero la Lega Nord di Matteo Salvini complice della dittatura sanitaria fin dal primo lockdown dello scorso aprile; quando il capitano chiedeva di chiudere tutto per ricominciare in due settimane (come no!), quando è stato zitto e muto sul lockdown natalizio e quando ha iniziato ad appoggiare il governo Draghi e le chiusure di questo Marzo-Aprile ripetendo a pappagallo "La salute prima di tutto". 

I ragazzi di IoApro spiccano in particolare in un panorama politico-sottoculturale in cui i soliti mujiaheddin del 'kulturkreis' sinistrorso-progressista lanciano appelli in favore di quello che è probabilmente il  peggior ministro del nuovo millennio. Il ministro della malattia Roberto Speranza. Pressato da parte della stampa che vorrebbe le sue dimissioni, preoccupato dalle inchieste che riguardano i collaboratori del suo Ministero nella gestione della pandemia dello scorso anno, i rapporti tenuti da alcuni di questi con l'OMS e l'occultamento della mancanza di un piano pandemico aggiornato, il nostro, col physique du role perfetto dell'emaciato mascherinato, è andato a fare il giro delle sette chiese in Tv e sui giornali per farsi sostenere dall'establishment dei partigiani della lotta resiliente. Non contento, ha incassato il sostegno della solita canea di intellettuali dei campi più disparati, dalla scrittura al cinema, dall'università al giornalismo. I nomi potete andarveli a cercare in rete. Mi fa orrore perfino riportarne i più 'popolari'. Sono i soliti ben inseriti nei gangli del mainstream (o di quelli che stanno lì a scondinzolare per farne parte), quelli che compaiono come ombre morte in Tv, nei premi letterari, di cui vedete le tristi copertine dei loro tristissimi libri in libreria, che non azzeccanno un film da decenni, che difendono le cattedre dietro cui non siedono e su cui, al contrario di Robin Williams ne "L'Attimo Fuggente", non sanno nemmeno salire per trovare un punto di vista differente sulle cose. Se un giorno mi facessero scegliere con chi andare a cena per passare una bella serata, non avrei dubbi. Con nessuno di questi papaverini. 

Momi, Umberto, voglio passare con voi una bella serata, magari nei vostri locali. 

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